Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

martedì 23 giugno 2015

Insulomania

Isole, isole, isole, ... di gente comune, di guerrieri antichi, di eroi risorgimentali.
Buon vento!

CAPRERA

Se Odisseo è il più noto degli insulomani dell'antichità, quello che seppe elevare l'agognata Itaca a simbolo di tutte le isole, reali e fantastiche, Garibaldi è l'insulomane più conosciuto, per altri motivi,  del Risorgimento italiano. Dell'“Eroe dei due mondi” tanto si è scritto sulle sue battaglie rivoluzionarie d'America e d'Europa. Meno nota è la vicenda marinaresca e ancor meno la sua insulomania, che lo portò a rifugiarsi a Caprera, la sua Itaca.
L'isola sarda, dove morì nel 1882, fu il rifugio finale dell'ultimo corsaro, nel significato originario del termine. Infatti Garibaldi, sfuggito alla condanna a morte pronunciata da una corte del Regno Sabaudo, per aver partecipato al moto insurrezionale del 1834, si imbarcò a Marsiglia come comandante in seconda di un brigantino diretto in Brasile. Lì, con tanto di lettera di corsa della neonata Repubblica del Rio Grande del Sud, divenne corsaro. “Lanciato sull'Oceano con dodici compagni a bordo di una garopera, si sfidava un impero,e si facea sventolare per primi, in quelle meridionali coste, una bandiera di emancipazione! La bandiera repubblicana del Rio-Grande!”, come racconta lui stesso. Seguì il ritorno nel Vecchio Continente e le alterne vicende risorgimentali, fino all'esilio, in più occasioni interrotto, nel 1862 a Caprera.
L'isola, in cui il Generale aveva già vissuto per brevi periodi e dove aveva acquistato nel 1856 un'ampia tenuta, si presentava “incolta, quasi deserta, … ingombra di massi granitici e pressochè sconosciuta, essendone perfino dimenticato il segno e il nome nella maggior parte delle carte e dei dizionari geografici”. Così la descrive Eugenio Canevazzi nel 1866
...

L'articolo completo è pubblicato sul mensile BOLINA di giugno 2015