Racconti di isole, venti, vele, nuoto e remi, oltre a qualche idea sul nostro mare quotidiano - Fabio Fiori

domenica 5 giugno 2011

Il nostro mare quotidiano



Oggi, 5 giugno 2011, si celebra la “Giornata mondiale per l'ambiente”, un'iniziativa annuale dell'ONU, quest'anno dedicata alle “Foreste”.

Il mare è una foresta; blu, enorme, ma soprattutto vicinissima alle nostre città.
Decine di milioni di italiani vivono lungo le coste, centinaia di milioni di mediterranei vivono come rane attorno al nostro amato e antichissimo stagno, parafrasando Platone. Eppure pochissimi si rendono conto che il Mediterraneo è la nostra foresta, quella a due passi dalle nostre case. Il mare, al pari della foresta, è serbatoio di biodiversità e polmone azzurro, ma infinitamente più esteso, per superficie e profondità. Ogni giorno per tantissimi di noi il mare non è solo l'unica foresta che vediamo, ma quella che ascoltiamo, respiriamo e annusiamo. E' poi la foresta in cui vogliamo anche immergerci, uno spazio da toccare non solo con i piedi e le mani, ma con tutto il corpo. Il mare illumina le nostre giornate, le rinfresca d'estate e le intiepidisce d'inverno; regala un'aria respirabile per le nostre passeggiate, offre o dovrebbe offrire un'acqua limpida per le nostre nuotate.
La prima foresta di una Penisola è il mare, bene comune inalienabile, libero e sacro.
Solo quando sarà chiara la valenza non solo ludica del mare, ma anche e soprattutto ambientale e culturale, si riusciranno ad attivare politiche di salvaguardia e valorizzazione, non solo turistica o mercantile.
Vandana Shiva su le pagine di Repubblica chiede di riportare la foresta al centro della nostra vita. Noi mediterranei non possiamo che seguire quest'invito pensando al mare. Sempre Shiva ci dice che la foresta non è solo fondamentale per riassorbire l'inquinamento. “Ma la foresta è anche altro. Soprattutto è maestra. Per la varietà di specie che vi convivono, ha molto da insegnarci. Per questo deve essere centrale ad ogni civiltà, come lo è per la mia, quella indiana”. Per le stesse ragioni, credo che il mare abbia altrettanto da insegnare alle civiltà mediterranee, di cui, non dimentichiamolo, è stato grembo vitale.

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